domenica 9 agosto 2009

9 agosto ... in Argentina è il giorno del Niño (dia del Niño)

... e la nostra giornata è iniziata prestissimo. Sveglia alle 6 e mezzo e dopo una velocissima lavata in compagnia dell'omnipresente foca monaca, via in sella alle nostre biciclette per raggiungere la chiesetta della Casa del Niño dove, in una suggestiva cornice fatta di faccette addormentate e musiche allegre, il Vescovo di Cordoba ha celebrato la Messa che è stata trasmessa via radio (Cadena tres) in diretta in tutta l'Argentina. Il Vescovo ha anche colto l'occasione per dare informazioni sulle condizioni di salute di Padre Aguileira che, come alcuni di voi già sanno, è ricoverato in Italia (all'ospedale Gemelli di Roma) e che contiamo di andare a trovare al nostro rientro.
Contesto, come dicevamo, suggestivo e turbinio di emozioni che ci hanno ampiamente ripagato della levataccia, soprattutto per i canti dei bambini. Finita la messa tutti in refetterio per cioccolata calda e "medialuna", poi via alla distribuzione dei giochi (un pensiero per ciascuno) e largo spazio alla fantasia per provare a far convivere i due mondi in una partita a pallavolo (!) .
In un batter d'occhio è ora di prepararsi per il pranzo: rigorosamente all'aperto (è una giornata splendida) a base di hamburger (qui si chiamano lomitos) e gazzosa.
E' bellissimo vedere decine e decine di bambini di tutte le età e di tutte le condizioni sedere in attesa della distribuzione dei lomitos, chiacchierare e sbirciare con la coda dell'occhio i due "gringos italianos" (noi) che si muovono a proprio agio tra di loro indaffarati con panini, maionese, insalata, pomodori, carrozzelle (e naturalmente immancabili rincorse dietro Augustine).
Giornata quasi perfetta se non fosse per l'ambulanza che nel pomeriggio deve trasferire in ospedale la mascotte Jeremia. La sua bronchite (soffre della sindrome di Steinert con gravi difficoltà respiratorie) si è ulteriormente aggravata e nonostante il supporto dell'ossigeno oggi purtroppo per lui non è stato un giorno di festa.
Considerato che la notte da voi in Italia arriva prima, per favore fate un pensiero per lui prima di andare a nanna....
un abbraccio
Ele e Sebi

2 commenti:

  1. Carissimi Seba ed Elena,
    mi pare di vedervi....tutti presi a rincorrere le mille esigenze dei bimbi intorno alla tavola... Sono certo che, pur considerate le difficoltà della loro condizione, il vostro affetto possa lasciare un segno profondo.
    Mi viene in mente una bellissima poesia di Gino Mazzella su ciò che i bimbi imparano dal contatto con gli adulti. Ve la ripropongo:

    I bambini imparano ciò che vivono.
    Se un bambino vive nella critica impara a condannare.
    Se un bambino vive nell'ostilità impara ad aggredire.
    Se un bambino vive nell'ironia impara ad essere timido.
    Se un bambino vive nella vergogna impara a sentirsi colpevole.
    Se un bambino vive nella tolleranza impara ad essere paziente.
    Se un bambino vive nell'incoraggiamento impara ad avere fiducia.
    Se un bambino vive nella lealtà impara la giustizia.
    Se un bambino vive nella disponibilità impara ad avere una fede.
    Se un bambino vive nell'approvazione impara ad accettarsi.
    Se un bambino vive nell'accettazione e nell'amicizia impara a trovare l'amore nel mondo

    Un abbraccio e a presto.
    Claudio

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  2. Carissimi Elenita e Seba, ho letto e riletto il "diario" di questa vostra prima settimana alla casa del Niño, per assicurarmi di non essermi perso nulla tra le pieghe dei vostri racconti nella fretta di leggervi, racconti con cui riuscite veramente a trasmettermi tutte le vostre emozioni, con una nitidezza di colori ed una serenità che poche volte mi è capitato.
    Lo stesso ho fatto con le belle foto che avete inviato, ingrandendole e cercando di scrutarne tutti i particolari, per non rischiare di perdermi qualche dettaglio.
    Il vostro sorriso, quando disegnate tra i Niños, quello di Elena nella foto di gruppo e quando è in cucina o quello di Sebi mentre tiene in braccio Augustine, è veramente contagioso e mi immagino lo sia anche per tutti coloro che abitano la casa.
    Vi confesso che ho tardato a scrivervi perchè dopo avervi letto e visto nelle foto mi sono sentito proprio molto meschino, nel mio tran tran quotidiano e non osavo dire cose assolutamente banali.
    Poi è prevalsa il desiderio di farvi sapere che vi seguo ogni giorno con tanto interesse e, consentitemelo, ammirazione; non volevo che la mancanza di commenti da parte mia rischiasse di essere interpretata come disinteresse dopo i primi giorni.
    Anche se non lo evidenziate immagino che sia durissimo, non solo fisicamente, ma anche di più con la "testa"; non penso altro, se non che la forza che vi ha fatto arrivare sino alla Casa, non può assolutamente abbandonarvi, ma anzi continuerà a caricarvi, in particolare nei momenti più difficili.
    Per questo ieri notte il mio pensiero era anche per voi, oltre che per Jeremia.

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