giovedì 6 agosto 2009

Guanto di lattice ..batte palloncini colorati

Ed eccoci al secondo giorno, piu´stanchi e spossati del primo; oggi (ieri per voi) abbiamo iniziato alle tre e finito alle 8 e 30 ... senza un attimo di tregua e quasi perennemente in emergenza: dal bagno a rotazione, al taglio dei capelli , alla merenda con mate' e pane... alla preparazione dei biberon
Inizio sempre un po' in salita....si deve ricreare l'atmosfera, si devono riallacciare le relazioni....e' questione pero' di 10 minuti e poi via, Sebi ad organizzare una partita di pelotas ed Elena a correre dietro ad Augustin, perso nel suo mondo e totalmente inconsapevole dei pericoli. Nel nostro mondo ordinato siamo arrivati carichi di pennarelli, giochi di societa', carte e palloncini....nel mondo che viviamo qui, oggi, per calmare la crisi di Augustin e`bastato un guanto di lattice gonfiato...quando tiriamo fuori i nostri palloncini colorati sono invece quasi intimiditi..le bolle di sapone, pero', sono state un gran successo. E che dire della partita a "Uno" che ha dato a noi la possibilita`di ripassare i colori ed i numeri in spagnolo e a loro un'ora di autentiche risate alla ricerca della vittoria...come e' finita? due a due naturalmente per riprovare con la rivincita gia' da domani (oggi). La lezione di oggi: una fra tutte, accettare la vulnerabilita' come un valore: oggi di fronte agli occhi di Ismael, faccia da angioletto condannato al letto da vent'anni, non siamo riusciti a trattenere le lacrime, p oi uno strattone ed ecco Augustin riaffacciarsi con tutta la sua esuberanza...ed allora via di nuovo di corsa dietro il suo di mondo dove essere vulnerabile non e' sempre permesso altrimenti andare avanti diventa ancora piu' difficile. La sfida di domani: capire perche' e' cosi' complicato offrire un'alternativa (sempre possibile) a questi bambini ...ed impegnarsi a rendere le cose piu' facili. Ele y Sebi

2 commenti:

  1. ho fatto l'insegnante di sostegno per una decina di anni affrontando situazioni, a volte, drammatiche.... penso di capire, almeno un po', quello che provate, coraggio la strada è lunga
    umberto

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  2. PERSONALE PER ELEIBES:
    Io immagino le vostre emozioni e i vostri timori, non meno sconosciuti dei loro. Il nostro mondo non può minimamente immaginare l'esistenza di un mondo così. Voi lo state facendo. Da qui..da questo mondo, ti senti grande se fai una donazione di denaro, ti senti sensibile e comprensivo se al passare di una persona diversa pensi tra te e te "cone sono fortunato" (a me è successo non più tardi di due ore fa, qui in via Marghera vedendo una ragazza down che vedo sempre), ti senti rispettoso perchè non parcheggi nelle righe dedicate a chi è meno fortunato. Ma è veramente niente. Certo è un inizio. Ma leggendo quello che scrivete voi, mi vergogno. Mi vergogno della mia imminente partenza, mi vergogno dei miei "gnomini" per le baggianate. Mi vergogno di vivere solo per me. Questa sensazione mi è venuta altre volte, negli anni, ma continuo a non fare niente. E secondo me questa è la cosa grave. Come si fa ad impare? come si fa a decidere di voler essere, per una volta, noi i diversi e scegliere un momento ritenuto universalmente sacro "le vacanze" ....per stare con loro? Come si fa a matchare anche solo per una volta il pensato e l'agito? Forse me lo state raccontando di giorno in giorno. Mi avete insegnato a correre. Nell'agosto 2005 uscivo al mattino presto solo a camminare. Nell'agosto 2008 correvo con LEI tutte le mattine nelle palestre. Dopo la notte, la prima cosa che vedevo era il suo sorriso in pantaloncini. Scrivete tutto. Tutto. Devo leggere. Devo imparare. Mi dovete insegnare. Mi dovrete portare. Da sola non potrò. Vi voglio bene. A domani.

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